Il centro storico di Taranto
Il lamento dell'esule
LEONIDA (Taranto, 320 o 330 a.C. – Alessandria d'Egitto, 260 a.C.)
"Molto lontano dalla terra d'Italia io giaccio, e da Taranto
mia patria: e questo per me è più amaro della morte.
Tale la vita invivibile dei mortali; ma me le Muse
'amarono, ed ho miele anziché sventure.'
'Non è caduto il nome di Leonida: questi doni'
delle Muse mi annunceranno in ogni tempo"
In questo bellissimo epigramma dedicato alla sua Taranto, il poeta, pur amareggiato dall'esilio, è felice perché le muse gli hanno dato il dono della poesia
La città vecchia di Taranto, presenta molteplici motivi di interesse: sfuggita ad operazioni speculative, ancora sostanzialmente integra nel suo tessuto edilizio, conserva una ricchezza di stratificazioni che pochi altri centri storici possono vantare.
Pur essendo stato oggetto di restauro, recupero e riuso, il patrimonio edilizio dell'isola è in parte nuovamente degradato. Tutta la storia del centro storico è tormentata, da continui sovvertimenti di potere, di incessanti avvicendamenti di popoli e di culture.
Nonostante le ferite del tempo e le ingiurie degli uomini, il centro storico ha molto da raccontare.
Ricostruire in modo preciso l'antico insediamento attraverso i segni ancora leggibili nel borgo antico è davvero impossibile. L'attuale configurazione edilizia è il risultato di un continuo e spesso disordinato sovrapporsi di interventi urbanistici per cui, nel continuo demolire e ricostruire, spesso reimpiegando i vecchi resti architettonici, sono state quasi cancellate le tracce del passato. Tuttavia, a partire dalla fine del 1700, la curiosità per l'antico, divenuta interesse scientifico, consente agli archeologi di avviare campagne di studio per conferire identità e ubicazione ai resti.
I ritrovamenti archeologici sembrano avvalere l'ipotesi della fo ndazione di Taranto alla fine dell'ottavo secolo a.C.
Secondo Eusebio di Cesarea, nel 706 a.C. coloni spartani si insediarono sulla stretta lingua di terra che separa l'attuale mar Piccolo dal mar Grande, nell'area oggi occupata dal borgo antico di Taranto. La posizione strategica facilmente difendibile, doveva certo presiedere a tale scelta. In tale area la difesa era assicurata a nord e a sud da alte scogliere e ad est da un muro di fortificazione preceduto da un fossato.
La conformazione particolare del territorio potrebbe aver determinato in età antica una sistemazione urbanistica non dissimile dall'attuale, imperniata su un'unica arteria longitudinale da cui probabilmente si diparivano le arterie minori. L'asse viario dell'impianto greco era dunque verosimilmente via Duomo che in età romana doveva verosimilmente collegarsi mediante un ponte alla via Appia.
Scavi effettuati nel 1931 in via Duomo confermano la presenza di un'arteria che attraversa l'Acropoli in senso longitudinale. In questi scavi sono venuti alla luce due tratti di strada sovrapposti: uno di età bizantina e uno di età romana. I ritrovamenti archeologici confermano inoltre, l'ipotesi della sacralità del sito: resti di colonne doriche inglobate nella chiesa della Trinità; resti di stereobate templare sotto la chiesa di San Domenico; resti suggerenti la presenza di un'area sacra e di un tempio sotto la chiesa di Sant'Agostino. L'isola era quindi destinata ad acropoli e costituiva il luogo più rappresentativo della città con gli edifici di culto più antichi ed un'enorme quantità di monumenti.
Nel V secolo Taranto è impegnata in continui conflitti con Iapigi Messapi: una dura sconfitta nel 473 a. C. determina una trasformazione urbanistica oltre che politica, con la costruzione di un avera e propria Neapolis nella zona occupata dalla necropoli. Dopo una lunga fase di crescita economica e sociale, Taranto premuta dai lucani prina e dai romani poi, affida la sua difesa a mercenari (Alessandro il molosso, Cleonino, Pirro, Annibbale). Gli avvenimenti storici del III e II sec. a.C. vedono la Taras greca trasformarsi lentamente nella Tarentum romana.
In conseguenza alla guerra del 272-282, Taranto viene sottomessa e rinuncia al ruolo-guida della Magna-Grecia
La situazione si aggrava con la seconda guerra punica (209-123 a. C.): i tarantini perdono progressivamente la loro identità politica e la loro coscienza etnica.
Tratto da "Il Centro Storico di Taranto" di Patrizia De Luca